Leopardi nello Zibaldone parla alla sorella Paolina e le spiega che “la nostra ragione non può assolutamente trovare il vero se non dubitando; ella si allontana dal vero ogni volta che giudica con certezza; e non solo il dubbio giova a scoprire il vero, ma il vero consiste essenzialmente nel dubbio, e chi dubita sa, e sa il più che si possa sapere.”
La ricerca del vero è uno dei punti cardini nella riflessione poetica e filosofica di Leopardi e un esempio è il Canto di un pastore errante dell’Asia dove il poeta, sotto le spoglie di un pastore, pone quesiti esistenziali alla luna simbolo metafisico e profetico.
Leopardi si interroga sul fine ultimo dell’esistenza rivolgendosi ai due destinatari del canto: “la dolce mia greggia” e “la candida luna”, qual è il fine del vagare immortale della luna e qual è lo scopo del vagar mortale del pastore? La comprensione del vero porta già in sé la tristezza della nostra condizione umana, così piccola e fragile in confronto alla forza possente della natura.
Il vero, come scriveva già Leopardi secoli fa, non è riconoscere le leggi che governano l’universo, quelle che abbiamo ereditato dai nostri antenati, che ci sono state insegnate dai nostri genitori, dai nostri insegnanti, dalla società in cui viviamo e dai media e che ci dicono come dobbiamo vivere per stare bene, come dobbiamo comportarci per sentirci meglio, ovvero seguendo tutte le leggi che regolano la nostra cultura, la nostra educazione e i nostri pensieri riguardo la sessualità, la religione e la famiglia perché spesso possono ostacolare la ricerca della nostra identità e della nostra autenticità d’animo.
Cosa succederebbe se mettessi in discussione tutto ciò che ti è sempre stato insegnato? Lo so, è veramente difficile smontare una casa di mattoni quando quella casa ci hai messo una vita per costruirla, e soprattutto se i muri di quella casa rappresentano le tue sicurezze e tu non riesci a fare altro che sederti di fianco a contemplarli per sentirti fiero di te e provare quella tranquillità che cercavi sin da bambino e che cercano tutti in questa effimera esistenza.
Cosa accadrebbe se provassi ad eliminare le regole che ti stanno trattenendo dal crearne di nuove che invece ti motivano e ti fanno sentire più vivo? Immagina se potessi ridefinire le regole della tua vita rivoluzionando il tuo modo di pensare e di agire e se potessi dare un nuovo nome alla felicità ridefinendola in base a ciò che provi tu e soltanto tu guardandoti dentro riguardo l’amore, gli affetti, il lavoro e il tempo libero che usi per te, per realizzare i tuoi sogni ogni giorno.
In fondo non è mai troppo tardi per ricominciare e cambiare ciò che ci fa sentire apatici, ciò che ci invecchia nel cuore e nell’anima ma soprattutto ciò che ci limita perché arrivati a un certo punto della vita non abbiamo più né la forza né la voglia di domandarci “e se avessi fatto così invece di ciò che ho fatto?”, “e se avessi detto quelle cose prima?”, “e se avessi abbracciato quella persona invece di sprecare tempo in tutte quelle parole inutili?”, “e se non avessi ascoltato nessuno ma soltanto il mio cuore?” allora potrebbe essere che oggi tutto sarebbe diverso, ma in fondo non possiamo saperlo se non cominciamo proprio ora a cambiare il nostro punto di vista e a seguire la strada che più ci piace e che sentiamo nostra anche se ci spaventa perché oggi si trova al di fuori dei nostri schemi.