CHE SIA UNA NOTTE PROPIZIA

Cos’è il dolore? Il dolore si sa è psichico ma anche fisico ve lo dice una che somatizza ogni cosa che vive e sarà capitato sicuramente a molti di voi di vivere situazioni difficili, momenti difficili della vostra vita che vi hanno messo a dura prova, che vi hanno messo in crisi e hanno messo in discussione la vostra vita almeno una volta o anche più volte nel corso della vostra esistenza. Ecco per me il dolore è come una rinascita ogni volta, colgo l’occasione per imparare ad apprezzare di più la vita, ad avere pazienza, a saper aspettare e a valorizzare di più ciò che mi appartiene. La sofferenza ti fa crescere, maturare, ti lascia due doni incredibili, di valore inestimabile: la saggezza e il tempo. La saggezza è importante per prendere le decisioni, per ponderare le situazioni, per vivere più sereni nel rispetto di sé stessi e degli altri; il tempo invece aiuta a dedicarti a te stesso, ad ascoltarti come mai avresti pensato di fare, a ricordarti che sei importante anche tu e non solo chi ti circonda, perché se non ami te stesso non puoi amare nemmeno il prossimo.

Poesia il dolore
Pain poetry

Mi trovo qui in un letto di ospedale e dopo tanto tempo ricomincio a scrivere, dovevo trovare l’ispirazione che mi mancava da tanto, dovevo ritrovare l’energia che mi era stata sottratta. Dopo tanta sofferenza sono qui ora con voi a parlare del dolore, quando le luci si spengono e arriva il silenzio, quando tutto si calma ma si sentono in lontananza le sirene dell’ambulanza che vanno e vengono, i ferri che si muovono, le infermiere che sgambettano tutto il tempo e i campanelli che suonano per chiedere aiuto a questi angeli che ci accudiscono più di prima in questo periodo difficile che stiamo vivendo, a causa del covid.

E per voi cosa significa il dolore? Quali esperienze avete avuto?

Vi auguro una notte serena e propizia, piena di spunti creativi per un nuovo inizio, perché in fondo domani è un altro giorno come diceva Rossella O’Hara in Via col vento, non è vero? Quindi ogni giorno è un nuovo inizio!

L’AMORE ETERNO ESISTE?

L’amore è per sempre? Esiste davvero l’amore eterno? Quello che cerchiamo per tutta la vita, quello che sogniamo sin da bambini, quello per cui lasceremmo tutto pur di poterlo vivere, ma se non fosse vero, se non esistesse veramente?

Quello che posso dirvi in base alla mia esperienza personale è che ci ho sempre creduto ma purtroppo non ho ancora avuto il piacere di sperimentare e forse lo saprò soltanto se avrò la possibilità di invecchiare e raggiungere un’età tra i settanta e i cento anni o forse anche prima, perché no?

La maggior parte dei matrimoni finisce dopo qualche anno oppure anche dopo quindici o vent’anni e perché? Perché succede questo?

L’Amore vero e una relazione di coppia non sempre vanno di pari passo, anzi spesso le unioni tra due persone sono legate da una relazione che nasce per svariati motivi che apparentemente confondiamo con l’amore ma che in realtà è soltanto una risposta a un nostro bisogno prevaricante.

L’Amore smuove veramente le montagne e quando accade è un miracolo, è una forza incontrollabile che non teme il tempo, non teme le distanze, non teme la malattia, non teme la vita, non teme i cambiamenti, i dolori le gioie e nemmeno le frustrazioni, perché è semplicemente energia, forza vitale e emozione allo stato puro.

L’Amore è il senso della vita, è donare la nostra felicità agli altri, dare il meglio di noi stessi sempre nonostante tutto; invece, la relazione di coppia è l’impegno di condividere le nostre esperienze di vita, stare uno accanto all’altro, esserci sempre.

Si tratta di due cose ben diverse tra loro anche se sono facilmente confondibili perché appunto non è detto che una relazione di coppia sia sempre fondata sull’amore.

Se la relazione di coppia invece si fonda sull’amore allora questo amore è veramente Amore eterno.

Spesso purtroppo scegliamo una persona perché pensiamo che possa renderci felice ed è sbagliato, o perché pensiamo che ci possa far star bene e che possa soddisfare i nostri bisogni. Spesso cerchi una persona che possa darti sicurezza e certezze su cui contare ogni giorno della tua vita, o che renda piacevole e divertente la tua vita e che ti aiuti a risolvere i tuoi problemi o che ti completi.

Per trovare l’Amore vero bisogna innanzi tutto essere capaci di Amare perché in una relazione basata sull’amore noi non dobbiamo pretendere amore o felicità perché siamo proprio noi a donarli alla persona che amiamo perché già li portiamo dentro di noi, se noi siamo felici e amiamo la vita con tutto ciò che ci circonda, allora saremo in grado di donare questo nostro stato di benessere, felicità e amore per la vita che, sono le fondamenta per una relazione d’Amore vera e duratura.

Se tu vivi pensando che la tua vita sia meravigliosa allora la vivrai con entusiasmo e gioia, aspettarci la felicità dagli altri invece non farà altro che alimentare le nostre insicurezze e ingigantire le nostre fragilità.

Il bisogno di amore e di felicità rovineranno per sempre la nostra relazione di coppia, è per questo che l’amore finisce.

L’Amore è ciò che rende stabile un rapporto di coppia, ciò che lo rende sempre più forte e indistruttibile e questo è possibile solo se entrambe le persone sono felici e se sanno provare amore nella loro vita di tutti i giorni e, il miglior modo per aiutare gli altri a diventare felici, è essere felice tu prima di tutto e di tutti diventando un magnete positivo anche per gli altri.

“CHI DUBITA SA, E SA IL PIÙ CHE SI POSSA. LA RAGIONE UMANA SI ALLONTANA DAL VERO SENZA DUBITARE MAI”

Leopardi nello Zibaldone parla alla sorella Paolina e le spiega che “la nostra ragione non può assolutamente trovare il vero se non dubitando; ella si allontana dal vero ogni volta che giudica con certezza; e non solo il dubbio giova a scoprire il vero, ma il vero consiste essenzialmente nel dubbio, e chi dubita sa, e sa il più che si possa sapere.”

La ricerca del vero è uno dei punti cardini nella riflessione poetica e filosofica di Leopardi e un esempio è il Canto di un pastore errante dell’Asia dove il poeta, sotto le spoglie di un pastore, pone quesiti esistenziali alla luna simbolo metafisico e profetico.

Leopardi si interroga sul fine ultimo dell’esistenza rivolgendosi ai due destinatari del canto: “la dolce mia greggia” e “la candida luna”, qual è il fine del vagare immortale della luna e qual è lo scopo del vagar mortale del pastore? La comprensione del vero porta già in sé la tristezza della nostra condizione umana, così piccola e fragile in confronto alla forza possente della natura.

Il vero, come scriveva già Leopardi secoli fa, non è riconoscere le leggi che governano l’universo, quelle che abbiamo ereditato dai nostri antenati, che ci sono state insegnate dai nostri genitori, dai nostri insegnanti, dalla società in cui viviamo e dai media e che ci dicono come dobbiamo vivere per stare bene, come dobbiamo comportarci per sentirci meglio, ovvero seguendo tutte le leggi che regolano la nostra cultura, la nostra educazione e i nostri pensieri riguardo la sessualità, la religione e la famiglia perché spesso possono ostacolare la ricerca della nostra identità e della nostra autenticità d’animo.

Cosa succederebbe se mettessi in discussione tutto ciò che ti è sempre stato insegnato? Lo so, è veramente difficile smontare una casa di mattoni quando quella casa ci hai messo una vita per costruirla, e soprattutto se i muri di quella casa rappresentano le tue sicurezze e tu non riesci a fare altro che sederti di fianco a contemplarli per sentirti fiero di te e provare quella tranquillità che cercavi sin da bambino e che cercano tutti in questa effimera esistenza.

Cosa accadrebbe se provassi ad eliminare le regole che ti stanno trattenendo dal crearne di nuove che invece ti motivano e ti fanno sentire più vivo? Immagina se potessi ridefinire le regole della tua vita rivoluzionando il tuo modo di pensare e di agire e se potessi dare un nuovo nome alla felicità ridefinendola in base a ciò che provi tu e soltanto tu guardandoti dentro riguardo l’amore, gli affetti, il lavoro e il tempo libero che usi per te, per realizzare i tuoi sogni ogni giorno.

In fondo non è mai troppo tardi per ricominciare e cambiare ciò che ci fa sentire apatici, ciò che ci invecchia nel cuore e nell’anima ma soprattutto ciò che ci limita perché arrivati a un certo punto della vita non abbiamo più né la forza né la voglia di domandarci “e se avessi fatto così invece di ciò che ho fatto?”, “e se avessi detto quelle cose prima?”, “e se avessi abbracciato quella persona invece di sprecare tempo in tutte quelle parole inutili?”, “e se non avessi ascoltato nessuno ma soltanto il mio cuore?” allora potrebbe essere che oggi tutto sarebbe diverso, ma in fondo non possiamo saperlo se non cominciamo proprio ora a cambiare il nostro punto di vista e a seguire la strada che più ci piace e che sentiamo nostra anche se ci spaventa perché oggi si trova al di fuori dei nostri schemi.  

PROMESSA

“Se non ci metti troppo, ti aspetterò tutta la vita.” (Oscar Wilde)

Questa frase di Wilde è una promessa di una persona innamorata che ha la pazienza di aspettare anche tutta una vita il vero amore e anche quando lo ha trovato continuerà ad aspettarlo se non è ancora arrivato il momento giusto.

Wilde in questa frase ci lascia un grande insegnamento, che nel mondo in cui viviamo ci stiamo dimenticando perché troppo occupati a cambiare, prendere, lasciare, usare, gettare, dove anche le relazioni sono sempre in balia delle onde, come se avessimo sempre bisogno di qualcosa di nuovo, di più bello, di più facile anche se meno intenso.  

Un giorno della tua vita arriverai ad un punto in cui dovrai fare i conti con te stesso e allora capirai chi hai amato veramente e ti ha rubato il cuore e chi invece è stato solo di passaggio e ti ha insegnato qualcosa di importante, ma che non è entrato nella tua anima.

“Lo spreco nella vita si trova nell’amore che non si è saputo dare, nel potere che non si è saputo utilizzare, nell’egoistica prudenza che ci ha impedito di rischiare e che, evitandoci un dispiacere, ci ha fatto mancare la felicità”

L’amore va aspettato lasciando tempo alla persona amata che in questo modo si sentirà libera di amare e di scegliere di rimanere accanto al suo amore e questa volta per sempre.

Trovare il vero amore è un vero miracolo, non so se voi credete nei miracoli, io sì e ne ho avuto la prova più volte nella vita. I miracoli si compiono grazie all’amore e l’autenticità di questo sentimento è saper trasformare l’amore terreno in amore cosmico fatto di respiri vicini, baci veri, sguardi intensi, abbracci intrecciati, corpi che diventano uno solo, menti che si leggono senza parlare e lingue che parlano nella stessa direzione.

Troppo spesso siamo intrappolati dalle nostre idee ricorrenti, dalle nostre mappe mentali, dalle nostre abitudini e dalle nostre convinzioni, sono queste le cose che influenzano pesantemente la nostra vita di tutti i giorni. La realtà che noi viviamo perciò non è data da ciò che pensiamo veramente ma da ciò che siamo abituati a credere soprattutto al giorno d’oggi in cui siamo continuamente bombardati di informazioni sempre nuove, come messaggi, social, televisione, internet.

In questo modo facciamo molta fatica a cogliere ciò che potrebbe renderci veramente felici senza avere il rimpianto un giorno di non aver avuto la libertà di cogliere l’occasione della nostra vita e ad aver sprecato degli anni.

IL POTERE DELLA GRATITUDINE

Quando andate a letto la sera vi soffermate a pensare a ciò che avete fatto durante la giornata che vi ha reso felici? Mi riferisco alle cose più semplici, quelle che quasi tutti diamo per scontato perché siamo presi dalla frenesia di milioni di compiti e doveri da svolgere e portare a termine durante il corso della giornata, perché siamo stressati, perché siamo mentalmente distratti, perché siamo diventati parte integrante dell’inquinamento atmosferico che annebbia tutti e cinque i nostri sensi.

Quello che dobbiamo cercare di fare è provare ad ascoltare tutti e cinque i nostri sensi, aprire noi stessi verso la semplicità, verso tutto ciò che ci circonda e che allieta le nostre giornate, come ad esempio aver bevuto un bicchiere di acqua fresca durante una giornata calda e torrida, non è forse una sensazione bellissima? Sembrerà banale ma come sapete non tutti possono farlo, poiché nel mondo ci sono persone che vivono in luoghi dove c’è siccità e scarsità d’acqua; oppure consumare un pasto delizioso che ci piace, un bel piatto di pasta fumante col condimento che preferiamo (gusto), bere un buon bicchiere di vino, fare una chiacchierata con una persona amica, guardare un tramonto, osservare il volo degli uccelli nel cielo (vista), oppure ascoltare il suono persistente dei grilli e delle rane in estate quando dormiamo con le finestre aperte e ci cullano tra le braccia di Morfeo (udito); infine il profumo della pelle della persona che amiamo, di nostro figlio o il profumo che semplicemente ci vaporizziamo al mattino prima di uscire di casa (olfatto) che ci piace tanto e ci mette subito di buon umore e un abbraccio o un bacio che abbiamo dato alla nostra mamma o al nostro amore (tatto) e tante altre cose che fanno bene al nostro cuore e alla nostra mente e che se ci pensate bene sono veramente tantissime!

Si tratta di un atteggiamento di costante gratitudine nei confronti della vita che stiamo vivendo e questo ci aiuta a vivere sempre meglio, in pace con noi stessi ma soprattutto come persone eternamente felici, in maniera però ingiustificata, poiché dire “grazie” o “ti amo” non sempre significa amare.

Se impariamo a trasformare tutta la negatività in cui possiamo imbatterci durante la giornata in una opportunità costruttiva e di cambiamento positivo, allora riusciremo a vivere sempre più felicemente la nostra vita e arricchiremo anche la vita delle persone che ci stanno accanto. Può succedere che perdiamo un volo o un treno, ma chi lo sa se in quell’attimo in cui ci è successo questo, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la nostra anima gemella?  

Se impareremo a dire “grazie” anche per le cose che non funzionano come dovrebbero e come vorremmo nella nostra vita, questi avranno un potere pari a zero su di noi, perché tutto ciò che accade non avviene mai per caso, ma ha sempre una sua ragione d’esistere, dobbiamo soltanto accettare quello che ci viene donato e assaporarlo in ogni sua parte, contemplarlo in ogni sua sfaccettatura.

Forse penserete che si tratta di cose difficili da mettere in pratica, perché nel nostro pensiero comune la felicità è sempre un qualcosa che ci viene insegnato come il raggiungimento di ambiziosi obiettivi, come una stabilità finanziaria, una relazione stabile, un fisico perfetto, una casa bellissima, ecc. ecc.

 Il vero senso di gratitudine invece ci insegna che possiamo essere felici adesso, nel momento stesso in cui sto scrivendo a voi queste parole, perché amo trasmettere a chi mi legge quello che sento sulla mia pelle in ogni istante e in ogni sua sfumatura perché le emozioni si vivono nel presente e non può esistere nessun altro tempo che può deliziarci con questa autenticità poiché  “il futuro, significa perdere  quello che si ha ora, e veder nascere qualcosa che non si ha ancora.” (Haruki Murakami)

VULNERABILITÁ E CORAGGIO DI AMARE

Amare significa essere vulnerabili e accettare questa vulnerabilità ed è per questo che prima o poi il nostro cuore si spezzerà per amore e se vogliamo essere sicuri che ciò non accada allora non dobbiamo donarlo a nessuno nemmeno agli animali.

L’amore vive di esperienze e nulla può essere sostituito all’esperienza, alla capacità di comunicare, di sentire e di provare determinate sensazioni. Amore è donarsi, offrirsi completamente all’altro, senza nessun tipo di rimpianto, un’accoglienza totale dell’altro in cui un “io” che ama viene sempre legato a un “tu” che viene amato, pieno di carne e di spirito che va accolto con le sue speranze esitanti e timorose e che solo l’amore riapre alla vita creando in lui delle possibilità dimenticate che lo fanno di nuovo essere.

L’amore deve allearsi con la speranza e chi ama e vuole amare lo deve fare accettando le fragilità della nostra anima avendo fede e la fedeltà è la perseveranza nell’amore nonostante tutte le maree che il cuore incontra nella sua vita.  

Credo che la nostra vulnerabilità sia meravigliosa perché ci fa sentire vivi e rende la nostra vita spettacolare ed eccitante, degna di essere vissuta. Tutti ci sentiamo vulnerabili quando diciamo per primi “ti amo” o quando mostriamo il nostro amore incondizionato a qualcuno, ma non esiste niente di più bello che donare un pezzettino di noi stessi agli altri, un pezzettino della nostra intensa esistenza.

Essere vulnerabili significa essere autentici e sinceri senza paura di venire giudicati, significa avere il coraggio di vivere pienamente ciò che desideriamo con tutto il nostro cuore e la nostra anima.

La vulnerabilità ci rende più vivi e quindi anche più felici, più creativi, più empatici e più sicuri di noi stessi. Aumenta la nostra autostima e ci dà più coraggio per poter affrontare le decisioni future.

La vulnerabilità è una caratteristica che ci rende speciali perché incoraggia le persone ad aprirsi tra di loro, raccontandosi, confidandosi, parlandosi con il cuore in mano. Essere autentici è una scelta di vita, aprirsi alla persona che abbiamo davanti a noi è mostrarsi come siamo realmente e ci dà la possibilità di costruire rapporti veri, sinceri e duraturi nel tempo, senza più il bisogno di costruire dei muri attorno a noi per nasconderci. Le relazioni più belle infatti nascono proprio così, quando nessuno ha la necessità di nascondersi per paura di mostrarsi com’è realmente accettandosi per come è.

Apritevi con la persona che amate e fondetevi, lasciate che i vostri flussi si compenetrino, che trascorrano l’uno nell’altro perché sentirete il brivido della vita scorrere nelle vostre vene e nei vostri battiti. Ascoltate solo il vostro sentire, il vostro cuore senza prestare attenzione alla vostra mente, questo è ciò che ci insegna la meditazione: aiutare la mente ad allargare i nostri confini e a perdere il senso della nostra piccolezza come se fossimo prigionieri del nostro corpo. Si tratta anche qui di vulnerabilità e tutti abbiamo paura di questa condizione e la interpretiamo come mancanza di coraggio, ma in realtà lasciar cadere la maschera per restare nudi è la più grande forma di coraggio che abbiamo mai conosciuto.

Seguite quindi la vostra energia, regalandovi baci, abbracci e carezze, tanto amore e tutto ciò che vi viene spontaneo donare. Fatelo adesso in questo momento, carpe diem!

ESTATE, AMORE E TANTI GIRASOLI

Oggi è solstizio d’estate, inizia una delle stagioni più belle, più luminose, più calde e più emozionanti di tutto l’anno!

O come mi è cara l’estate che esprime il suo amore in ogni cosa che ci circonda: nei fiori colorati, nel profumo dei filari di lavanda, nei girasoli che guardano e seguono attenti il sole, nelle coccinelle che si adagiano sui nostri colletti bianchi, nel calore lucente del sole che scalda le nostre membra e i nostri cuori.

O come mi è cara questa estate sempre breve ma intensa, capace di risvegliare gli animi, di aprire i cuori e le menti, di rispondere ai nostri dubbi laceranti.

Così nella poesia “Portami il girasole” di E. Montale l’estate ci offre “il girasole impazzito di luce” per cui il poeta rivolgendosi a questo fiore magnifico chiede una sorta di illuminazione superiore che non ha niente a che vedere con le ricchezze materiali, anzi chiede di distaccarsi dall’effimero per innalzarsi verso il cielo, verso il sublime. Il girasole diviene il simbolo della luminosità, una vera poesia di luce che porta alla pazzia poiché esce dall’abituale razionalità della materia per tendere all’illuminazione nell’essenza della visione, nell’atto del “vedere”.

Il girasole impazzisce di luce per il sole, il suo amore antico che segue dall’alba fino al tramonto così come dice la parola stessa, anche gli animali si risvegliano e si accoppiano, le persone sono più socievoli si scambiano baci e abbracci sotto il sole, si ricongiungono con la natura ammirando il verde rigoglioso delle montagne, assaporando la salsedine del mare e respirando il grano maturo nelle campagne.

Così si fa l’amore dove capita, all’alba con le finestre aperte, su un prato in pieno pomeriggio, al tramonto in riva al mare e di notte quando la luce della luna entra nella stanza e ci ricorda che siamo un tutt’uno, abbracciati alla persona che desideriamo o che siamo maledettamente nel posto sbagliato accanto a chi non riconosciamo più.

Quanti pensieri e quante emozioni che risveglia l’estate, quanti amori iniziano e quanti amori finiscono perché d’altronde la vita è una ruota che gira e non sai mai cosa aspettarti, una cosa però è sicura ed è ciò che ho imparato in questi anni: ciò che scegli con la mente non va sempre di pari passo con il cuore, a volte il cuore si scontra con la mente e noi non possiamo fare altro che accettarlo. Il cuore e la nostra pancia con le nostre emozioni ci guidano e noi non riusciamo sempre a contrastarle perché “è giusto così” perché “non va bene così” no, noi dobbiamo saper ascoltare ciò che ci viene dall’anima perché, alla fine, il risultato sarà sicuramente molto più gratificante di ciò che può imporci la nostra mente, spesso ingabbiata dai nostri scheletri culturali.

A tal proposito voglio riportarvi qui sotto una poesia che Alda Merini dedica a Vasco:

Io ero una donna orologio, Vasco.
Ero come Emanuel Kant
Su di me si regolavano tutti:
baciavo a un’ora prestabilita.
Facevo l’amore per puro dovere,
poi un giorno sorsi.
Mi ergevo con i suoi baci
E divenni una baciodipendente.
Quell’uomo non lo vidi più, Vasco.
L’unico mio desiderio
È di avere una vasca rossa piena di sangue
per lavarmi da quel ricordo.
E’ incredibile come un bacio
Possa cambiare una vita.
Nessuno riuscì più a baciarmi
come quell’uomo,
nessuno mi prese più tra le braccia
come lui.
E ora che sono sola,
ora che il portatore di un bacio
è diventato il portatore di un demonio,
ora che lui è morto
nessuno mi difende più
da questi sgherri.

(Alda Merini)

Così a volte succede che ci si rincorre senza toccarsi perché ci si incontra nel momento sbagliato e nel posto sbagliato:

E sogni circostanze che non puoi vivere come vorresti:

E voi cosa ne pensate? In quali di queste situazioni vi trovate attualmente?

TEMPUS FUGIT

Il tempo è tiranno: i giorni passano senza che te ne accorgi, le settimane volano, i mesi trascorrono inosservati e gli anni non ne parliamo, se ne vanno e ti ritrovi un giorno a chiederti perché non hai fatto tutto ciò che desideravi fare, tutto ciò che ti avrebbe reso felice.

Ad un certo punto potresti correre il rischio di accorgerti che non c’è più tempo per fare tutto ciò che avresti voluto, i sogni della giovinezza, il perdono non dato, i rancori sprecati, le gioie non godute, il dolore non manifestato, una parola non detta, un abbraccio non dato, una carezza non ricevuta, un bacio schivato e allora come facciamo per evitare tutto questo? Non si può vivere di rimpianti e per questo seguiamo l’onda incalzante del tempo che scorre inesorabile cercando di non farci sfuggire nessuna opportunità e soffermandoci a riflettere ogni volta che accade qualcosa di nuovo perché niente succede per caso: tutto capita per qualcosa.

John Keating

 “Andai nei boschi per vivere con saggezza, vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.” [Tratto da “Walden, vita nei boschi” di Henry David Thoreau] (dal film L’attimo fuggente, 1989)

Il tempo che fugge è come il carpe diem per cui non bisogna mai dimenticare di cogliere l’attimo poiché il tempo non è infinito e per questo non bisogna correre il pericolo di sciuparlo, non possiamo rimandare a domani ciò che possiamo fare oggi perché è vero, quel che passa è perduto. Non hanno importanza l’età e gli impegni giornalieri poiché quel che conta è utilizzare bene il tempo che si ha a disposizione senza sprecare nemmeno un secondo di quel tempo che ci è stato donato, per coltivare i nostri interessi, realizzare i nostri sogni, per sentirsi bene con sé stessi e con gli altri, ma soprattutto per amare.

John Keating

 “Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.” (dal film L’attimo fuggente 1989)

Così come Virgilio nelle Georgiche  scriveva Sed fugit interea fugit irreparabile tempus (ma intanto fugge irreparabilmente fugge il tempo) anche Seneca nel De brevitate vitae ha provato ad esorcizzare l’inquietudine del trascorrere incessante del tempo insieme a molti altri scrittori, poeti e filosofi che hanno trattato questo tema così astratto e soggettivo.

Noi sappiamo benissimo che la nostra vita è un’incognita, ogni giorno facciamo delle scelte, ogni giorno prendiamo delle strade e, per giuste o sbagliate che siano non importa, perché non possiamo saperlo a priori, forse seguiamo l’istinto, oppure le nostre sensazioni, oppure le nostre pulsioni, oppure la nostra razionalità, la nostra morale; sta di fatto che in quel breve lasso di tempo in cui ci troviamo davanti a due possibilità noi scegliamo.

Ricordiamoci sempre che siamo tutti in egual modo impreparati, nella vita facciamo diversi tentativi perché non conosciamo il nostro futuro, nessuno può dirci qual è la strada giusta da percorrere e pertanto a volte ci sembrerà di perdere del tempo prezioso, ci arrabbiamo con noi stessi per non aver preso una strada piuttosto che un’altra, per non aver fatto o detto qualcosa in passato, ma non ha nessuna importanza, perché nemmeno la guida più esperta avrebbe potuto esserci d’aiuto. Noi non perdiamo mai tempo, il tempo non viene mai sprecato perché tutto ci serve per portare avanti il nostro progetto di vita, sbagliamo, cadiamo e ci rialziamo sempre perché abbiamo poteri naturali ma anche soprannaturali.

Molte volte non vogliamo cogliere determinati segnali che la vita ci offre e chiudiamo gli occhi, ci tappiamo le orecchie perché pensiamo che non sia la soluzione migliore per la vita che stiamo vivendo in quel momento, con il risultato di complicare la nostra routine e di infilarci in situazioni sbagliate per il semplice gusto di dire no. Dire sì invece è trovare la via che ci porta alla verità, al senso della propria vita al soddisfacimento delle proprie aspirazioni. La vita è una conquista e una scoperta continua di ciò che già ci è dato, ciò che abbiamo già sotto i nostri occhi e che dobbiamo solo saper leggere e interpretare. Il tempo trascorso in qualunque modo non è mai perso perché ha sempre un suo valore che ci serve per capire determinate cose e quindi non è mai sprecato, ad alcuni potrà servire un tempo maggiore ad altri un tempo minore, proprio perché siamo tutti diversi perfetti e imperfetti al tempo stesso e in egual modo.

Ogni essere umano ha i suoi tempi ed è importante che li rispetti, apprendere dai propri errori ci rende perfetti e ognuno ci mette il tempo che gli serve per elaborare, capire e rialzarsi. L’unico tempo perso è quello della pigrizia, quello dell’inerzia, quello del senso di colpa che ci fa ammalare e ci porta a un senso di totale disperazione e ci svilisce.

Per non sprecare il nostro tempo dobbiamo allontanarci dalle cose effimere perché ciò che conta e ci eleva spiritualmente è l’essenziale.

Il senso della nostra vita è amare e il tempo che ci avvicina alla verità non è mai sprecato e la natura umana prima di arrivarci prende strade lunghe tortuose e mai brevi e semplici.

Shakespeare nell’Otello scrive “Piacere e attività fanno sembrar le ore brevi”, significa che non ci accorgiamo del tempo nei momenti di felicità e spensieratezza. Il tempo ci appare breve o lungo a seconda che rivolgiamo il nostro sguardo interiore verso l’alto, la luce, l’amore; oppure verso il basso, il buio, il dolore e la disperazione.

E voi cosa ne pensate del tempo?  

AMORE e PSICHE

“Siano Amore e Psiche”

I

Quelle mani che si avvinghiavano a lei di notte,
Le sentiva innumerevoli, non cercava
Di dar loro un volto. Le occorreva
Non sapere, desiderando non essere.

Anima e corpo, per stringere le vostre dita, unire le vostre labbra,
Davvero occorre l’approvazione degli occhi?
Penano i nostri occhi, che il linguaggio obbliga
A sventare senza posa troppi inganni!

Psiche aveva amato che il non vedere
Fosse come il fuoco quando avvolge
L’albero di qui degli altri mondi della folgore.

Eros, lui desiderava tenere tutto quel volto
Tra le mani, non l’abbandonava
Che con vivo rammarico ai capricci del giorno.

II

E per tutto il giorno Psiche è cieca? No,
Ha rimboccato su di sé il lenzuolo della luce.
È estate, tutto è immobile sotto il cielo,
Anche il fiume nel suo letto in disordine.

Lei avanza, nel suo corpo, e sola. Ma ecco
Che un estraneo invoca, nel suo sangue,
È come se lo spirito si desiderasse altro
Da sé, un embrione in seno alla morte.

Felice il mondo in cui la notte trabocca
Nel giorno, e gronda sotto la luce.
Avanzare in quest’acqua, fino alle ginocchia,

È volgersi verso un altro sole,
E il fondo del mare è rosso, poi si nuota
E tutto si perde di ciò che si è stati.

III

E Psiche s’intorpidisce, quando viene sera, ama
Che batta nel suo corpo il cuore di un altro,
Vuole non essere altro che questa camera buia
Dei bambini della notte, sonno e morte.

È come quando tocchiamo uno specchio
E dita vengono incontro alle nostre,
Psiche crede che una mano afferri la sua,
Per condurla verso più di ciò che è.

Verso più? Sono scalini che digradano,
E il corpo si stanca, le mani si aggrappano
A una greve lampada, le ginocchia si piegano.

Psiche, perché vuoi, con la tua spalla nuda,
Spingere la porta in cui giace il tuo avvenire?
Tu entri, tu senti quei quieti respiri.

IV

E lei ha acceso, con mani tremanti,
Questa fiammella? Più svelto di lei
Si è lanciato nell’immagine, questa pace,
Qualcosa di nero, con un grido.

Amore dorme? No, i suoi occhi sono aperti,
Ma sono solo orbite vuote,
Due buchi, insanguinati. È cieco?
Peggio, i suoi occhi sono stati strappati.

Grande moto di questo gran corpo che ridesta
Qualche goccia d’olio, che lo brucia.
Tu errerai, tra i rovi del mondo.

Si rialza, parla, che dice?
La attira svestita contro il suo cuore,
Ascolta i suoi gran singulti che nulla placa.

Yves Bonnefoy

(Traduzione di Fabio Scotto)

da “L’ora presente”, “Lo Specchio” Mondadori, 2015

Una delle leggende d’amore più belle di sempre si trova nell’opera Metamorfosi dello scrittore latino Lucio Apuleio (II sec. d. C.) e si intitola AMORE e PSICHE dove si racconta dell’eterna battaglia tra cuore e mente, tra razionalità e istinto.

Psiche significa “soffio” ovvero respiro vitale che per i greci si identificava con l’anima, mentre il dio Amore rappresenta il desiderio e la passione.

La leggenda racconta di una città in cui vivevano un re e una regina che avevano tre figlie bellissime, tra queste vi era Psiche, una bellissima fanciulla invidiata persino da Venere (dea della bellezza) per la sua grazia e il suo splendore. Venere per vendicarsi chiese aiuto a suo figlio Cupido (dio dell’Amore) perché colpisse la fanciulla con una delle sue frecce per farla innamorare dell’uomo più brutto della terra. Cupido accettò ma una volta arrivato di fronte alla fanciulla rimase abbagliato da cotanta bellezza, da distrarsi a tal punto che una delle sue frecce lo colpì facendolo innamorare perdutamente di Psiche.

Cupido per poter vivere il suo amore mortale di nascosto dalla madre portò Psiche nel suo palazzo, senza rivelarle la sua vera identità e ogni sera al tramonto Amore andava dalla fanciulla, senza mai mostrarle il suo volto, i due vivevano momenti di intensa passione. La giovane principessa aveva accettato il compromesso, ma una notte mentre Amore dormiva, Psiche si avvicinò al suo volto con una lampada e rimase folgorata dalla bellezza del suo amante. Nel momento in cui Psiche stava ammirando il profilo di Amore, su di lui cadde accidentalmente una goccia d’olio della lampada, il quale si sveglio e fuggì via abbandonando la fanciulla.

In preda alla disperazione per aver perso l’amato Psiche si affidò a Venere che la sottopose a quattro prove, le prime tre le superò brillantemente, anche grazie all’aiuto di altri esseri divini, e questo fece infuriare ancora di più Venere, la quale la sottopose a un’ultima prova: discendere negli inferi per chiedere alla dea Proserpina l’elisir della giovinezza perenne. Psiche acconsentì ma questa volta fallì, e nonostante le fosse stato ordinato di non aprire l’ampolla donatale da Proserpina, la curiosità di Psiche prese di nuovo il sopravvento e aprendo l’ampolla uscì una nuvola che la fece cadere in un sonno profondo. Nel frattempo Amore, che non si era mai rassegnato a vivere senza Psiche, andò alla ricerca della sua amata, e quando la ritrovò la risvegliò con le sue frecce amorose e con un tenero abbraccio. Amore per non rischiare di perderla di nuovo la condusse sull’Olimpo dove grazie all’aiuto di Giove, la giovane principessa dopo aver bevuto dell’ambrosia divenne una dea. La leggenda si conclude con il matrimonio dei due innamorati e la nascita di una bellissima bambina che prenderà il nome di Voluttà.

Questo amore ci spiega l’idillio dell’amore e della passione che ha appassionato tanti artisti nel corso dei secoli tra cui il famoso scultore veneto Antonio Canova (1757-1822) uno dei maggiori protagonisti del Neoclassicismo i cui principi erano: armonia, equilibrio e compostezza.

Canova realizzò il bianchissimo gruppo scultoreo di Amore e Psiche la cui versione più conosciuta si trova presso il museo Louvre di Parigi. La scultura rappresenta il dio Amore mentre contempla il volto della fanciulla amata, nell’attimo subito precedente il bacio, in un momento carico di tensione emotiva e di raffinato erotismo in cui i due giovani sono uniti in un abbraccio d’amore passionale ed eterno.

Il vero protagonista della scena è il bacio sospeso e immaginato poiché i due amanti vengono rappresentati da Canova con le labbra schiuse, un attimo prima che si bacino, un momento di grande dolcezza. La scultura parla di per sé di emozioni, di conscio e inconscio.

Il gruppo scultoreo può essere analizzato in modo psicoanalitico e dicotomico ovvero da una parte la nascita e lo sviluppo di un rapporto d’amore e i suoi effetti sull’animo umano e sulla psiche, dall’altra il rapporto che ogni uomo ha con la propria anima e con la propria psiche.

Quando arriva l’Amore nelle nostre vite cosa succede?

A volte succede che incontra l’anima ma abbandonandosi alla passione amorosa l’anima si allontana dal suo obiettivo cioè dal conseguimento dell’immortalità. La storia di Psiche ci spiega che il destino dell’anima umana cade in errore e deve superare numerose prove e sofferenze per essere degna della salvezza che può arrivare solo con l’intervento divino. La fanciulla, infatti, dopo l’avventura erotica verrà punita per la sua curiosità. Cupido è l’amore sessuale che ha lo scopo di psichicizzare la vita nel piacere, nell’incontro, nell’abbandono, nell’affetto e nel dolore. Cupido è amore passionale mentre Venere è amore più consapevole sia sessuale che spirituale. Si tratta di due forze che agiscono nell’anima umana ed elevano il corpo verso lo spirito.

Grazie alle gioie e ai dolori dell’amore l’essere umano viene dotato di un’anima in questo senso la sessualità umana ha una componente spirituale molto forte che ci rende esseri psichici.

Lo sviluppo psichico procede attraverso le proprie esperienze amorose e l’anima si eleva grazie all’amore in un processo di continua trasformazione e sviluppo psichico.

La capacità di amare in maniera autentica è qualcosa di divino e la trasformazione dell’anima attraverso l’amore è qualcosa che avvicina a Dio.

Non c’è nulla di più potente al mondo come l’Amore e la dolcezza che lo accompagna perché in fin dei conti l’Amore vero smuove le montagne e non si arresta innanzi a nessun tipo di tempesta, è ciò che ci travolge e ci accarezza l’anima, ciò che ci bacia per lenire le ferite della vita, ciò che sublima la nostra misera esistenza e ci eleva alla più alta forma di perfezione. La dolcezza di due cuori che battono all’unisono, di due sguardi che si penetrano e di due anime che respirano lo stesso flusso d’aria, come lo definireste voi?

Io lo definisco semplicemente: Amore Infinito.

AMORE CARNALE e AMORE SPIRITUALE

PABLO NERUDA, Cento sonetti d’amore (Firenze, Passigli 1996).

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

No te amo como si fueras rosa de sal, topacio
o flecha de claveles que propagan el fuego:
te amo como se aman ciertas cosas oscuras,
secretamente, entre la sombra y el alma.

Te amo como la planta que no florece y lleva
dentro de sí, escondida, la luz de aquellas flores,
y gracias a tu amor vive oscuro en mi cuerpo
el apretado aroma que ascendió de la tierra.

Te amo sin saber cómo, ni cuándo, ni de dónde,
te amo directamente sin problemas ni orgullo:
así te amo porque no sé amar de otra manera,

sino así de este modo en que no soy ni eres,
tan cerca que tu mano sobre mi pecho es mía,
tan cerca que se cierran tus ojos con mi sueño.

Non esiste amore più bello che l’amore segreto, nascosto e silenzioso vissuto nell’anima del poeta in maniera intima e unica. Amare direttamente senza ostacoli, senza problemi né orgoglio, senza sapere quando, senza sapere dove, poiché l’amore arriva all’improvviso senza avvertirti e non può sapere se tu sia pronto o meno, arriva e basta. Non riesci a domarlo con il solo intelletto o con la sola razionalità poiché chiede il nostro abbandono per essere vissuto fino in fondo. Come scrive Neruda negli ultimi versi: è solo quando ti rendi conto che la sua mano sul tuo petto è la tua e che i suoi occhi si chiudono col tuo sonno, allora sì riesci a comprendere fino in fondo cosa significhi amare.

L’amore come centro propulsore delle nostre emozioni, delle nostre passioni ci conduce verso mondi infiniti e a pensare che è così raro, così unico, così prezioso e speciale…per quelli che si tengono per mano e sentono trascorrere la propria vita nell’altro senza pronunciare nemmeno una parola; per quelli che si abbracciano e si plasmano in un tutt’uno; per quelli che si baciano e sentono i fuochi d’artificio tra le labbra e il cuore; per quelli che basta pensarsi per entrare in contatto; per quelli che nonostante la lontananza e le strade diverse si ameranno per sempre.

Esistono diversi tipi di amori, ci sono quelli stabili che ci fanno sentire sicuri e protetti, quelli che hanno un porto sicuro e un focolare da alimentare giorno dopo giorno, quelli con cui desideri creare una famiglia e progettare il tuo futuro; e poi ci sono quelli vissuti ma finiti, perché erano soltanto un momento di passaggio della nostra vita; e poi ci sono quelli che non sono mai stati vissuti appieno e che rimangono nel limbo, quelli che ricordi con dolcezza e passione, quelli che non dimenticherai mai nonostante il tempo infausto che scorre e non si arresta.

Ci sono persone che li hanno provati tutti e altre persone che ne hanno provato soltanto uno ma quello che vi posso dire è che sono tutti meravigliosi e nessuno da escludere perché ci fanno sentire vivi e unici in tutta la nostra spiritualità, perché in fondo noi non siamo altro che corpo, anima e spirito.

Come ci spiega Rudolf Steiner (1861-1925), fondatore dell’antroposofia, l’anima è quella componente tramite la quale l’entità umana ricava impressioni dalle esperienze che sperimenta attraverso il corpo che possono essere di dolore o piacere, attrazione o repulsione e tutto questo grazie ai nostri sensi che ci permettono di: vedere, sentire, toccare, annusare e assaporare.

Attraverso l’anima le nostre percezioni acquistano un certo significato e vengono valutate in base alle nostre impressioni, come ad esempio una cosa che per noi imprime un sentimento di piacere, di gioia o attrazione avrà per noi un valore diverso da ciò che imprime in noi sentimenti di dolore, disperazione o repulsione.

Lo spirito invece è quella componente con cui abbiamo la possibilità di comprendere il significato intrinseco delle cose, indipendentemente dall’impressione che esse determinano nella nostra anima. Lo spirito non valuta una determinata esperienza sulla base del fatto che possa esserci piaciuta o meno, ma in base al significato che ha per sé stessa, nell’ordine naturale delle cose, in modo del tutto distaccato e imparziale. Il nostro spirito, secondo Steiner, è strettamente legato al nostro pensiero attraverso cui tramite il ragionamento possiamo comprendere il significato intrinseco delle cose.

Possiamo prendere le distanze dall’esperienza e dalle impressioni che abbiamo elaborato tramite il pensiero che sia stato doloroso o piacevole, perché in questo modo, abbiamo la possibilità di capire che valore ha avuto quella determinata situazione, che ha provocato in noi un sentimento di piacere o di dolore, per se stessa, nell’ordine naturale delle cose, analizzandola nei dettagli, cercando di darle la giusta collocazione nell’ordine cosmico.

Il corpo rimane quindi di base un mero strumento, l’anima sta nel mezzo, un contenitore che riceve impressioni valutando le cose in modo strettamente individuale, e lo spirito una componente più alta poiché è colui che comprende attraverso il pensiero, la natura essenziale delle cose senza farsi influenzare dalle impressioni prettamente personali.

Il discorso sarebbe molto più ampio ma mi fermo qui perché voglio darvi l’esempio di due poesie che ho scritto e che rappresentano l’amore adulto, passionale, quello che non si arresta e ti accompagna nel sonno come quello di Neruda, e l’amore fanciullesco più pacato e vergine come quello che sognano i fanciulli.

E voi quali di questi amori avete provato nella vostra vita? Mi piacerebbe poter leggere le vostre storie.

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